Da ogni decisione di business deriva una serie di costi e benefici da valutare in termini economici.
Naturalmente, le attività i cui costi superano i benefici andrebbero scartate, mentre le iniziative i cui benefici superano i costi dovrebbero essere implementate.
Questo è un metodo che si può applicare alle innovazioni di prodotto, ma anche ad innovazioni di progetti sociali o politici. In questo caso però più che i costi, andrebbero valutati i rischi.
Il metodo tiene conto di tutti i costi e di tutti i benefici di un'innovazione, indipendentemente dal fatto che si possano imputare al suo conto economico (pensiamo ad esempio alle eventuali perdite in termini di vendite legate ad altre divisioni dell'azienda a causa dell'innovazione).
Questo è ciò che differenzia questo strumento da altri metodi economici e finanziari, come l'analisi del conto economico o del ROI, che includono solo gli utili ed i costi operativi e non tengono conto di altri costi secondari che si associano al conto economico di un'innovazione, ma non ne fanno direttamente parte.
Apro qui una piccola parentesi per spiegare cosa siano questi strumenti:
Il conto economico è uno strumento contabile (detto anche conto profitti e perdite) che riflette la performance economica di un determinato periodo (quasi sempre un anno), che può generare o un risultato positivo (utile) o un risultato negativo (perdita). E' uno dei metodi più comunemente usati nelle innovazioni di prodotto o di mercato, perché le aziende hanno quasi sempre un conto economico operativo per ciascuno dei loro prodotti.
Il ROI (Return On Investment) è un indicatore della performance di un investimento, e viene usato per stabilire quanto è efficace la spesa attuale o pianificata. Misura l'efficacia del denaro investito, anziché la dimensione dell'investimento, e viene espresso in termini di rendimento percentuale del capitale investito, (o di un'innovazione nel nostro caso).
Tornando a noi, l'analisi costi/benefici è bene usarla per i progetti di miglioramento dei prodotti o di upgrading qualitativo dei processi, perché misura il rapporto tra i benefici di un cambiamento ed i costi da sostenere per attuarlo, consentendo di stabilire quale delle varie opzioni in esame offre il ROI più elevato.
L'indice si calcola dividendo i profitti per i costi di sviluppo e di esecuzione (espressi entrambi in termini monetari).
In base a questo rapporto si può stabilire quanto ci metteranno i profitti a superare i costi, ossia a determinare il periodo di payback.
Naturalmente, le attività i cui costi superano i benefici andrebbero scartate, mentre le iniziative i cui benefici superano i costi dovrebbero essere implementate.
Questo è un metodo che si può applicare alle innovazioni di prodotto, ma anche ad innovazioni di progetti sociali o politici. In questo caso però più che i costi, andrebbero valutati i rischi.
Il metodo tiene conto di tutti i costi e di tutti i benefici di un'innovazione, indipendentemente dal fatto che si possano imputare al suo conto economico (pensiamo ad esempio alle eventuali perdite in termini di vendite legate ad altre divisioni dell'azienda a causa dell'innovazione).
Questo è ciò che differenzia questo strumento da altri metodi economici e finanziari, come l'analisi del conto economico o del ROI, che includono solo gli utili ed i costi operativi e non tengono conto di altri costi secondari che si associano al conto economico di un'innovazione, ma non ne fanno direttamente parte.
Il conto economico è uno strumento contabile (detto anche conto profitti e perdite) che riflette la performance economica di un determinato periodo (quasi sempre un anno), che può generare o un risultato positivo (utile) o un risultato negativo (perdita). E' uno dei metodi più comunemente usati nelle innovazioni di prodotto o di mercato, perché le aziende hanno quasi sempre un conto economico operativo per ciascuno dei loro prodotti.
Il ROI (Return On Investment) è un indicatore della performance di un investimento, e viene usato per stabilire quanto è efficace la spesa attuale o pianificata. Misura l'efficacia del denaro investito, anziché la dimensione dell'investimento, e viene espresso in termini di rendimento percentuale del capitale investito, (o di un'innovazione nel nostro caso).
Tornando a noi, l'analisi costi/benefici è bene usarla per i progetti di miglioramento dei prodotti o di upgrading qualitativo dei processi, perché misura il rapporto tra i benefici di un cambiamento ed i costi da sostenere per attuarlo, consentendo di stabilire quale delle varie opzioni in esame offre il ROI più elevato.
L'indice si calcola dividendo i profitti per i costi di sviluppo e di esecuzione (espressi entrambi in termini monetari).
In base a questo rapporto si può stabilire quanto ci metteranno i profitti a superare i costi, ossia a determinare il periodo di payback.
Proviamo a comprendere meglio questa analisi attraverso un esempio tratto dal libro "Innovare per vincere" di Fernando Trìas de Bes e Philip Kotler:
Una società di ricerche di mercato sta valutando la desiderabilità dell'introduzione di un sistema online per la somministrazione dei questionari utilizzati dal suo reparto di ricerche quantitative.
I costi del progetto ammontano a 94.000 €, così ripartiti:
- Hardware: 45.600 €;
- Addestramento del personale: 14.400 €;
- Perdita di efficienza nella fase di introduzione del nuovo metodo di lavoro: 34.000 €.
I profitti attesi ammontano a 109.000 €, così ripartiti:
- Incremento di capacità: 32.000 €;
- Riduzione degli errori: 21.000 €;
- Acquisizione di nuovi clienti: 56.000 €.
Di conseguenza, il periodo di payback è:
94.000/109.000€ = 86 centesimi di anno, ovvero circa 10 mesi.
Il metodo come si può vedere, prende in considerazione tutti i costi e tutti i profitti (diretti e indiretti).
L'analisi costi/benefici è utile anche nell'innovazione del settore pubblico.
Ad esempio, se una giunta comunale dovesse valutare la fattibilità di un nuovo museo con questo tipo di strumento, includerebbe nello studio i costi ed i benefici sociali dell'innovazione:
- Costi sociali: perdita per la società, derivante dalla riallocazione degli asset rispetto al loro utilizzo ottimale;
- Esternalità: perdita di terreni e altre materie prime;
- Incremento del business: maggiore afflusso di turisti e maggior durata media dei soggiorni;
- Incremento di redditi aggiuntivi: negozi, ristoranti, tempo libero...
Le aziende fissano dei criteri di approvazione/rifiuto dell'innovazione in base a 3 fattori:
- Profitto minimo: ad esempio, viene stabilito che l'innovazione deve fruttare un minimo di 100.000 €;
- Periodo minimo di payback: ad esempio, i profitti devono superare i costi entro un anno;
- Misura minima in base alla quale i profitti devono superare i costi: es. i profitti totali dovranno superare di tre volte i costi totali.
Questo strumento quindi è molto utile perché ci spinge a chiederci: "Quale delle soluzioni offre i maggiori benefici in relazione alle risorse investite?" oppure "Qual è la soluzione più economica?".
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